Conti correnti senza imposta di bollo

Le persone fisiche, titolari di un conto corrente con giacenza media superiore a 5000 euro l’anno, sono obbligate al pagamento di una somma pari a 32,20 euro, a titolo di imposta di bollo, sull’estratto conto annuale che l’istituto finanziario produce generalmente a fine anno.

Qui ti mostro subito, senza farti perder tempo, quelli che sono i migliori conti correnti senza imposta di bollo. In alternativa continua a leggere per capirne di più.

Come si applica l’imposta di bollo sui conti correnti

Questa forma di imposizione fiscale, prevista dal cosiddetto Decreto Monti, è stata introdotta nel 2012, e viene applicata anche ai libretti di risparmio e, seppure con modalità diverse, anche ai conti deposito.

Se la giacenza media non è superiore ai 5.000 euro annuali, si rientra nei casi di esenzione e pertanto l’imposta non è dovuta, così come se il conto presenta un saldo debitore.

Ovviamente in caso di rendicontazione semestrale, quadrimestrale o trimestrale, sarà preso in considerazione ai fini della tassazione il conseguente periodo di riferimento. L’importo annuale di euro 34,20, in questo caso, andrà suddiviso in due, tre, o quattro rate, e verrà applicato solo nel caso che la giacenza media nel periodo di riferimento superi i 5.000 euro.


Quindi, a mero titolo di esempio, ipotizzando un rapporto con rendicontazione trimestrale, se la giacenza media al 31/03 sarà superiore a 5.000 euro andrà corrisposta una imposta pari ad euro 8,55.

Ma se al successivo 30/06 questa dovesse essere inferiore o uguale a 5.000 euro, non verrà applicata alcuna tassazione. Identica valutazione verrà effettuata nei due rimanenti periodi che completano l’anno.

In caso si intrattengano più rapporti di conto corrente con il medesimo intermediario finanziario vige la medesima regola generale, ovvero per ogni conto viene effettuata una sola valutazione della giacenza media in base alla rendicontazione e se questa supera la soglia limite, viene applicata la prevista tassazione in base alla periodicità di invio degli estratti conto.

Qualora i periodi di rendicontazione siano diversi dall’anno, occorre determinare l’imposta eseguendo un calcolo che determini i giorni utili per la tassazione. Fondamentalmente, quindi, le banche riscuotono queste imposte per conto dello Stato e provvedono poi al loro versamento direttamente all’Amministrazione Centrale.

In caso di rapporti cointestati

In caso di cointestazione del rapporto di conto corrente, la giacenza media che viene calcolata ai fini dell’imposizione è divisa in base alla quota che si detiene.

Quindi qualora la giacenza media di un rapporto di conto corrente cointestato a due persone fisiche sia pari a 7.000 euro, questa andrà divisa per due con il risultato pratico che, non superando la soglia limite, non sarà dovuto alcuna imposta.

Conti correnti zero spese e senza imposta di bollo

Al fine di proporre prodotti concorrenziali e che tendano ad abbassare i costi per il cliente, taluni istituti di credito propongono conti correnti nei quali queste spese e imposte, se dovute, sono pagate dalla banca.

Tuttavia, l’indicazione senza bollo o senza spese è spesso una forzatura pubblicitaria volta a far percepire al cliente che alcune quote fisse vengono eliminate.

Non esistendo però alcuna possibilità di derogare al versamento di questa tassazione, ma nell’ottica di offrire prodotti sempre più concorrenziali, si opta per la scelta di lasciare il cliente indenne da questo tributi che vengono pagati dagli istituti bancari.

Indicatore Sintetico di Costo: un dato da analizzare

Per comprendere quali siano le spese fisse o variabili di un conto corrente è possibile consultare l’Indicatore Sintetico di Costo. Si tratta di un documento estremamente semplificato realizzato dalla Banca D’Italia e dagli operatori del credito, mediante elaborazioni statistiche ed abitudini dei consumatori in tema di rapporti bancari.

Vengono presi in esame 7 profili tipo, che spaziano dal giovane alla famiglia con figli e vengono indicate, di massima, le operazioni più ricorrenti ed il canale di utilizzo, sportello oppure home banking. Quando si procede all’apertura del conto corrente, la banca consegna questo documento al cliente indicando anche quale profilo tra i 7 indicati nell’ISC è il più simile.


In questo modo il cliente potrà comprendere come la banca prevede che verrà utilizzato il conto corrente e comprendere se la scelta si è orientata sul giusto prodotto oppure se ne esistono altri più convenienti.

Stessa considerazione potrà fare chi ha un conto già attivo.

Nel documento di sintesi che viene inviato periodicamente dall’istituto di credito ai clienti, sarà indicato a dei profili corrisponde il suo conto. Per questo è consigliabile consultare prima questo documento, che è liberamente disponibile in rete e davvero molto semplice da leggere e comprendere.

Una semplice tabella di confronto, inoltre, paragona tutti e 7 i profili individuati, permettendo una rapido colpo d’occhio su costi e servizi.