Il conto corrente pensionati, a prescindere dal nome commerciale specifico che il prodotto può assumere nelle singole banche, è una delle casistiche previste nell’ambito del conto corrente base (anche detto semplicemente conto base) introdotto dal decreto n. 70 del MEF dello scorso 30 maggio 2018 (emanato in attuazione del Decreto Legislativo 37 del 15 marzo 2017 che, a sua volta, recepiva la Direttiva Europea 2014/92/UE).
Il decreto introduce l’obbligo per gli istituti di credito di integrare la propria offerta di prodotti con uno strumento con finalità di inclusione finanziaria e, perciò, caratterizzato da ridotti o nulli costi di gestione, a fronte di una operatività limitata rispetto a quella del conto corrente tradizionale.
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Le tipologie del conto base sono due e si distinguono principalmente per le fasce di clientela cui sono indirizzate: la prima, che viene chiamata comunemente conto base, è pensata per le famiglie con un indicatore ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) inferiore a 11.600 euro.
La seconda, invece, è destinata ai pensionati che non rientrino nella categoria precedente e che percepiscano un assegno annuo lordo non superiore a 18.000 euro. Questa seconda tipologia va comunemente sotto il nome di conto corrente pensionati (o conto pensionati).
Chi può aprire un conto pensionati
Come anticipato poc’anzi, l’accensione di un conto pensionati è riservata ai soggetti più anziani, con un ISEE uguale o superiore a 11.600 euro, che risultino titolari di un trattamento pensionistico non superiore ai 18.000 euro annui.
Per aver diritto a tale conto, il pensionato non deve inoltre essere titolare di altri rapporti di conto corrente (presso un qualsiasi istituto di credito) e deve comunicare alla propria banca, entro il 31 maggio di ogni anno, la propria situazione pensionistica.
Qualora la comunicazione non venga fornita nei tempi previsti, o comunque vengano meno i requisiti, il soggetto perde il diritto all’esenzione dalle spese ed è facoltà dell’istituto, previa comunicazione al cliente, di applicare al conto le condizioni previste per un normale rapporto di conto corrente.
Il correntista può rimanere tale, accettando le nuove condizioni o, in caso contrario, ha 60 giorni di tempo per recedere dal rapporto senza alcuna spesa.
Caratteristiche e costi del conto pensionati
Il conto pensionati, lo si è visto, è, come il conto base in genere, un prodotto istituito sulla base di un obbligo introdotto dal legislatore per consentire anche alle fasce più deboli l’accesso ad uno strumento di pagamento caratterizzato da un costo contenuto e da una operatività limitata.
Per questo, il Decreto del Ministero prevede che, a fronte del pagamento di un unico canone onnicomprensivo (da mantenersi nei limiti della ragionevolezza, data la finalità dello strumento), il cliente possa effettuare, anche attraverso gli strumenti telematici messi a disposizione dall’istituto, una serie di operazioni gratuite senza alcuna ulteriore spesa né per l’operazione stessa, né per la registrazione contabile dell’operazione.
Il titolare del conto ha sempre la possibilità di effettuare operazioni ulteriori o in numero superiore a quelle previste dal contratto, seppur a pagamento.
Indicatore Sintetico di Costo (ISC) del conto pensionati
Un elemento da tenere in attenta considerazione al momento dell’accensione di un qualsiasi conto corrente è l’ISC. Si tratta di un indice che ogni istituto di credito deve obbligatoriamente comunicare al cliente all’atto dell’accensione di un rapporto e che rappresenta il costo medio annuo di quella tipologia di conto corrente, articolato in relazione a sei diversi profili di utilizzo (giovani, famiglie con bassa, media ed elevata operatività, pensionati con bassa e media operatività).
L’ISC consente quindi di porre a confronto in maniera immediata i costi delle diverse tipologie di conto corrente offerte da una o da più banche. Nel considerare l’ISC, va tenuto conto che esso si ottiene sommando tutte le spese annuali, fisse e variabili (queste ultime, evidentemente, basate su una stima).
Occorre quindi tenere presente che l’ISC rappresenta un costo indicativo in quanto l’utilizzo reale del conto, e di conseguenza il suo costo, può differire da quello medio considerato per il calcolo dell’indicatore.
Relativamente al conto pensionati, per le sue caratteristiche intrinseche, può essere applicato, e dichiarato. solo l’ISC con il profilo “pensionati con bassa operatività” e, mediamente, il valore coincide con l’importo del canone onnicomprensivo.
Operatività del conto pensionati
L’operatività del conto pensionati, per la natura stessa del conto e per la sua finalità, è sensibilmente ridotta rispetto a quella consentita da un normale conto corrente. In generale, il titolare del conto può prelevare e versare contanti, versare assegni, accreditare la pensione, disporre e ricevere bonifici SEPA (SCT), addebitare utenze e altre tipologie di SDD.
Il titolare può anche richiedere, gratuitamente, il rilascio di una carta di debito (Bancomat) ed effettuare illimitate operazioni di pagamento. A fronte del pagamento del canone onnicomprensivo, queste sono le principali operazioni gratuite comprese:
- prelievo di contante allo sportello: 12 all’anno;
- prelievo, in Italia, di contante tramite ATM dell’istituto presso cui è acceso il conto: illimitati;
- prelievo, in Italia, di contante tramite ATM di un altro istituto: 6 all’anno;
- operazioni di addebito diretto SEPA – SDD (utenze, ecc.): illimitate;
- ricezione di bonifici SEPA (SCT), incluso l’accredito della pensione: illimitate;
- disposizione bonifici SEPA con addebito in conto: 6 all’anno;
- operazioni di versamento contanti e assegni: 6 all’anno.
Come anticipato, il titolare di un conto pensionati può (ma non è un obbligo) effettuare un numero maggiore di queste operazioni o, se la banca lo consente, effettuare operazioni diverse da quelle comprese nel canone; ad esempio, il pagamento di bollettini MAV o RAV con addebito sul conto.
Tali operazioni sono a soggette a spese ma il relativo costo deve essere mantenuto nell’ambito della ragionevolezza e deve aver riguardo per la finalità di inclusione finanziaria dello strumento; in ogni caso, tali operazioni non possono avere un costo unitario superiore allo standard previsto dalla banca.
Accredito della pensione su conto pensionati
Le modalità di accredito diretto della pensione su un conto pensionati sono del tutto analoghe a quelle di una qualsiasi altra tipologia di conto corrente.
È sufficiente che il pensionato si rivolga all’INPS comunicando, esclusivamente in via telematica, le coordinate bancarie (IBAN) del proprio conto pensionati, sul quale richiede che venga mensilmente accreditata la pensione.
Sarà poi l’INPS che provvederà all’invio dei flussi di pagamento alla banca con le indicazioni per l’accredito sul conto corrente del beneficiario.
Particolarità delle offerte delle singole banche
Il Decreto del MEF stabilisce i requisiti minimi cui le banche devono attenersi nell’offerta di un conto pensionati.
È però sempre possibile, per gli istituti di credito, effettuare modifiche migliorative (per il cliente) rispetto a quanto sancito dalla legge: ad esempio, è possibile per una banca aumentare il numero delle operazioni comprese nel canone, consentire operazioni diverse oppure offrire un conto pensionati con canone ridotto o a zero.
Tali offerte possono riguardare tutta la clientela ammessa ad accendere un conto pensionati oppure essere concesse a fronte, ad esempio, dell’accredito della pensione o di altre operatività.
Imposta di bollo
Discorso a parte merita il pagamento dell’imposta di bollo, cui il conto pensionati (come tutti i conti) è soggetto: la banca può decidere di accollarsi il pagamento dell’imposta, rendendo di fatto veramente gratuito il conto.
Anche in questo caso, questa opzione può essere attivata sempre oppure a fronte di una particolare operatività (accredito della pensione, domiciliazione delle utenze, ecc.).
Vedi anche conti correnti senza imposta di bollo.