L’SSD (SEPA Direct Debt) rappresenta il nuovo strumento di incasso europeo che sostituisce il normale RID. Anche se il suo funzionamento risulta basato sulle stesse condizioni della precedente modalità, opera nell’intera area SEPA.
Di conseguenza è possibile agire interessando tutti i conti bancari che prevedono l’addebito diretto all’interno di quest’area. Il debitore conferisce un mandato al creditore, così che quest’ultimo possa attivare il SEPA Direct Debit. Infatti il creditore è l’unico soggetto che possa svolgere questa operazione.
Si definisce mandato un documento con la firma del debitore (può essere in formato digitale oppure cartaceo) che autorizza il creditore a disporre presso la sua banca un incasso a valere direttamente sul conto corrente dell’altra parte coinvolta nel rapporto interbancario.
L’SDD può riguardare un singolo pagamento (come un acquisto o un investimento) oppure essere ricorrente. Questa soluzione viene ampiamente adottata quando si parla dell’addebito diretto sul conto corrente delle bollette della pay TV e delle utenze (energia elettrica, acqua e gas). Quindi il suo impiego avviene anche per questioni basilari.
Che cos’è l’SSD
Proprio per le sue caratteristiche il SEPA Direct Debt costituisce una modalità per l’incasso pre-autorizzato. Di conseguenza l’investitore o il cliente ricevente (identificato come il debitore) pre-autorizza il creditore (e quindi la sua banca) a ricevere una o più operazioni di pagamento.
Si tratta di una soluzione utile per destinare importi di varia consistenza agli investimenti oppure per corrispondere le rate del prestito o del mutuo sottoscritto dal debitore e che vengono pagate in maniera ricorrente.
In pratica sono previste due pre-autorizzazioni nei confronti sia del creditore che della banca dello stesso debitore. Il primo può disporre gli addebiti sul conto del debitore. Invece la banca del soggetto che emette il mandato segue le istruzioni del creditore per addebitare gli importi in questione sul conto del debito.
I mandati di addebito firmati dai debitori devono essere conservati per almeno 2 anni dai creditori. Si tratta di una loro precisa responsabilità perché devono poterli esibire in caso di contestazioni.
Cosa prevede il sistema SEPA
Il sistema SEPA è l’acronimo di Single Euro Payments Area. Di conseguenza risulta l’area al cui interno si effettuano soltanto pagamenti in euro. Tutti i Paesi che hanno adottato l’euro come moneta unica aderiscono a questo sistema finanziario finalizzato a garantire un maggior livello di efficienza.
Istituito con la normativa 2007/64/CE del 13 novembre 2007 (direttiva europea sui servizi di pagamento), è volto a creare un sistema per le operazioni finanziarie integrato a livello comunitario.
In questo modo è possibile rendere più facile e più economico eseguire transazioni tra i vari Paesi UE, sia per le aziende che per i privati. Nello specifico il sistema SEPA ha introdotto due metodi di pagamento: il primo è appunto l’addebito diretto SEPA (SDD), che interessa i trasferimenti di addebito sul conto corrente del debitore.
Invece l’SCT indica i trasferimenti di credito perché è l’acronimo di SEPA Credit Transfer. In ogni caso avvengono tra clienti dell’area euro usando la moneta unica. In secondo luogo bisogna ricordare che l’SDD prevede due differenti modalità.
L’SDD CORE consente al creditore di effettuare addebiti nei confronti sia dei consumatori che dei non consumatori, cioè società commerciali, imprese e micro imprese. In questo caso il soggetto che autorizza l’addebito sul proprio conto corrente può richiederne il rimborso entro 8 settimane a partire dal giorno in cui l’operazione è stata effettuata.
Invece l’SDD Business to Business riguarda soltanto i debitori che rientrano nella categoria dei non consumatori. Inoltre i soggetti che autorizzano l’addebito non possono richiederne il rimborso. In entrambi i casi si può optare per operazioni ricorrenti tramite un’unica disposizione di addebito.
Differenze tra SDD e RID
A partire dal 1° febbraio 2014 tutti i RID sono stati trasformati in maniera automatica in addebiti diretti SEPA. Le condizioni, gli importi e le date dei pagamenti (sia singoli che ricorrenti) non hanno subito alterazioni.
In secondo luogo, in base a quanto stabilito dalla normativa europea, le deleghe RID già sottoscritte dal debitore possono diventare mandati SDD secondo il principio della continuità delle autorizzazioni. Basta che vengano forniti agli istituti bancari tutti i dati richiesti dal sistema SEPA.
Per il creditore la procedura dovuta a questa modifica risulta leggermente differente. Infatti è questo stesso soggetto a disporre l’addebito diretto sul conto corrente del debitore tramite la propria banca facendo riferimento al mandato ricevuto.
Ogni creditore viene identificato tramite il Creditor Identifier, un codice identificativo univoco. In questo modo è possibile effettuare le transazioni senza alcun rischio di errori. Nel caso in cui un’azienda sia sprovvista di questo codice può presentare richiesta alla propria banca perché ne esegui l’emissione.
Inoltre vengono previsti alcuni obblighi per i creditori, soprattutto quando si tratta di aziende. Nello specifico devono notificare al debitore gli estremi dell’addebito (data e importo) almeno 14 giorni prima di effettuare l’operazione. Ad esempio, i dati possono essere riportati nella fattura.
Tuttavia le due parti possono decidere tra loro di fissare un differente termine per completare questa operazione. Non si verificano problemi di alcun genere se questo elemento viene concordato in maniera scritta, magari sotto con una scrittura privata.
Un altro aspetto da considerare è il fatto che le aziende creditrici sono obbligate ad adeguare i propri sistemi gestionali e informativi per comunicare ai propri istituti bancari le disposizioni di incasso SDD.
In questo modo risultano conformi a quanto stabilito dalla normativa SEPA, sia per quanto riguarda gli standard tecnici adottati (ad esempio, la messaggistica XML) che per le informazioni necessarie.
Infine tutti i creditori devono conservare, raccogliere e trasformare in formato digitale i dati riportati all’interno dei mandati ricevuti dai debitori. Le informazioni più importanti dell’autorizzazione vanno incluse all’interno delle singole disposizioni di incasso da comunicare alla propria banca.
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Marco Fanelli
Marco Fanelli è un esperto nel settore fintech, con particolare interesse per carte, conti correnti e conti deposito. Con un background come sviluppatore informatico, Marco ha creato uno dei siti più visitati in Italia nel settore finance. Il suo obiettivo principale è fornire guide chiare e dettagliate, risolvere le problematiche annesse all'uso di carte e conti ed offrire recensioni comparative approfondite, rendendo il mondo fintech comprensibile per tutti.