Blocco conto corrente: come sbloccare un conto corrente bloccato
di Marco Fanelli
Il tuo conto corrente è bloccato? I motivi per cui non puoi più accedere alle tue risorse finanziarie possono essere vari, ma di solito sono azioni esercitate dalla banca, per tutelarsi da situazioni di insolvenza o per rispettare norme sull’antiriciclaggio, o da Equitalia o altri analoghi enti di riscossione pubblici o privati, in occasione di richieste di pignoramento.
In questo articolo capiremo di preciso che enti possono bloccare il conto corrente e cosa fare in caso di conto bloccato.
I soggetti deputati al blocco del conto sono: la banca, l’autorità giudiziaria e l’Agenzia delle Entrate.
Banca
Gli istituti di credito possono impedire l’accesso a un conto corrente quando è in rosso, ovvero se l’intestatario utilizza somme non disponibili o non paga le rate di un finanziamento. Per tutelarsi dai rischi di insolvenza, la banca può bloccare l’uso di tutti gli strumenti di pagamento legati al conto, come carte di credito, bancomat e assegni. Il conto può tornare nuovamente a disposizione dell’intestatario solo dopo che vengono saldati i debiti.
La banca può bloccare il conto in caso di mancato rispetto delle leggi antiriciclaggio. Provvedimento che viene preso se il correntista entro 60 giorni dalla comunicazione non si presenta in banca per firmare il questionario sui propri dati sensibili e con un documento di identità valido.
Un’altra situazione in cui l’istituto di credito interviene per impedire l’accesso alle somme depositate è quella della morte dell’intestatario. In caso di un conto bloccato per decesso, per riscuotere le somme gli eredi devono necessariamente presentare una dichiarazione di successione rilasciata dall’Agenzia delle Entrate.
Autorità giudiziaria
L’autorità giudiziaria può intimare il blocco del conto corrente per debiti con un’ordinanza. Una misura che viene adottata su richiesta di privati e imprese che vantano un credito nei confronti del correntista insolvente. Il provvedimento dell’autorità giudiziaria in passato era richiesto anche per il blocco del conto da parte di Equitalia.
Equitalia o Agenzia delle Entrate
La riscossione dei crediti dello Stato, dal 1 luglio 2018, non è più affidata a Equitalia, ma a un ente gestito direttamente dall’Agenzia delle Entrate, con maggiori poteri, tra cui quello di pignorare un conto corrente senza preavviso.
Il pignoramento del conto per mancato pagamento di cartelle esattoriali segue un procedimento che non richiede l’intervento di un giudice, per cui l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, dopo la notifica della cartella o dell’intimazione di pagamento, se il contribuente non salda il debito, può chiedere il blocco del conto in qualsiasi momento, senza dare alcun preavviso.
Come sbloccare un conto corrente pignorato dall’Agenzia delle Entrate
In base alle normative l’Agenzia delle Entrate-Riscossione deve notificare al debitore e all’istituto di credito l’atto di pignoramento. Quest’ultimo, ai fini della sua validità, deve essere comunicato dopo 60 giorni dalla notifica della cartella esattoriale e non oltre un anno (termine che si riduce a 180 giorni in caso dell’intimazione di pagamento).
Con il pignoramento, il conto viene bloccato per 60 giorni, durante i quali il correntista non può effettuare prelievi. Trascorso tale termine, se il contribuente non paga il debito, la banca provvede al trasferimento delle somme dovute sul conto dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
Per sbloccare un conto pignorato dall’ente esattore prima del termine di 60 giorni, hai tre alternative
pagare il debito integralmente;
chiedere la rateizzazione, in questo caso il conto sarà nuovamente accessibile, dopo che dimostrerai il pagamento della prima rata;
presentare istanza di opposizione davanti al giudice per far sospendere l’esecuzione forzata delle somme. Naturalmente solo se esistono valide ragioni il giudice accoglierà la richiesta e provvederà allo sblocco del conto.
Blocco del conto senza preavviso
Ti ritrovi con il conto bloccato senza aver ricevuto alcuna comunicazione? Sicuramente non hai pagato una cartella esattoriale inviata dall’Agenzia delle Entrate, la quale ha proceduto con il pignoramento del conto senza alcun preavviso. Un atto che diviene illegittimo e a cui ti puoi opporre presentando istanza davanti al giudice se non contiene tutti gli elementi richiesti dalla legge.
In particolare, l’atto deve indicare il numero di cartelle notificate al contribuente e non evase e specificare a cosa si riferiscono gli importi. Il pignoramento del conto è illegittimo anche se vengono bloccate somme superiori a quelle necessarie al saldo del debito.
Alternative al conto corrente
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Facile da richiedere presso le banche ed online, la carta con IBAN rappresenta una valida soluzione per disporre o ricevere bonifici, fare pagamenti online o in negozi fisici, prelevare denaro contante presso gli sportelli automatici e svolgere diverse operazioni senza avere bisogno di un conto corrente tradizionale.
Le prepagate con IBAN possono essere sottoscritte presentando un documento di identità valido e la tessera sanitaria, vengono rilasciate anche a coloro che sono protestati o cattivi pagatori.
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AUTORE
Marco Fanelli
Marco Fanelli è un esperto nel settore fintech, con particolare interesse per carte, conti correnti e conti deposito. Con un background come sviluppatore informatico, Marco ha creato uno dei siti più visitati in Italia nel settore finance. Il suo obiettivo principale è fornire guide chiare e dettagliate, risolvere le problematiche annesse all'uso di carte e conti ed offrire recensioni comparative approfondite, rendendo il mondo fintech comprensibile per tutti.
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